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Dare voce alle donne nei contesti rurali

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Di Andrea Portentoso e Silvia Tallini


In tutto il mondo, milioni di donne che vivono nelle aree rurali costituiscono il cuore dell’agricoltura e dell’economia. Molte di loro non hanno accesso all'educazione scolastica né all'informazione: ciò impedisce loro di entrare in contatto con il movimento femminista di massa divenuto popolare grazie ai social media.

Attraverso quali strumenti è possibile dar forza alla voce delle donne che lavorano nelle aree rurali più remote del pianeta?

Questo è stato il quesito centrale del dibattito organizzato dal Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD) a Perugia, in occasione della dodicesima edizione del Festival Internazionale del Giornalismo.

Il potere della tecnologia e dell'informazione può contribuire fortemente alla rottura di schemi prestabiliti - che spesso costringono la donna a farsi carico dei lavori famigliari ed extra famigliari - e al miglioramento della qualità della vita delle donne in agricoltura.

I mezzi di comunicazione possono amplificare notevolmente la voce delle donne a livello mondiale e contribuire ad una mobilitazione delle nuove generazioni di donne nelle comunità rurali. Radio, telefoni cellulari, giornali e televisione sono strumenti fondamentali per l'acquisizione di una maggiore consapevolezza: "Attraverso uno smartphone, esse ricevono un determinato tipo di educazione a cui non potrebbero accedere altrimenti. Il telefono consente loro di utilizzare i social media per entrare in contatto con altre donne che vivono la loro stessa realtà", spiega Caroline Namara. La giornalista ugandese è autrice del progetto "Radio Bushyeni", realizzato grazie al sostegno finanziario dell'IFAD e con il quale è stato possibile raggiungere sia le comunità agricole prive di telefoni cellulari, sia le persone che non sanno leggere o scrivere.

Fortunatamente, il cambiamento verso una diffusione della tecnologia tra le donne delle aree rurali è già in atto: “Le donne sono state a lungo private di potere, informazione ed educazione, ma adesso è arrivato il momento di parlare della loro resilienza”, dice Thin Lei Win, giornalista di Thomson Reuters Foundation.

A tal proposito, Ilaria Firmian, della divisione che si occupa di ambiente e clima all'IFAD, aggiunge che "La tecnologia e il capitale sociale sono la combinazione ottimale per migliorare la realtà che vivono le donne in agricoltura e per creare un sentimento di fiducia e consapevolezza. È una grandiosa opportunità per supportare le donne e le giovani generazioni nell’accesso all’educazione, all’informazione e all’ottenimento di maggior potere”.

Sono necessari un impegno e una presenza costante delle istituzioni al fine di ottenere buoni risultati in un periodo non eccessivamente lungo, come sostiene anche Megan Williams, giornalista della CBC.

Infine, aggiunge Thin, in questo processo educativo delle donne all'utilizzo dei nuovi mezzi di comunicazione, è di fondamentale importanza che anche gli uomini siano coinvolti nei corsi di formazione relaizzati dai progetti dell’IFAD per contribuire attivamente al cambiamento.

Come è emerso dal dibattito di Perugia, sarà proprio la tecnologia il principale strumento attraverso il quale le donne potranno dar voce ai loro bisogni ed acquisire una maggior consapevolezza, consentendo loro di partecipare più attivamente alla vita comunitaria e quindi allo sviluppo del proprio paese.

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